Mindfulness: cosa, quando e come
- bertuzzisilvia
- 26 ott 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Di che si tratta
Letteralmente significa consapevolezza, nella pratica si concretizza nella capacità di partecipare e porre attenzione al momento presente con intenzione e con un atte
ggiamento non giudicante. Significa sospendere il proprio giudizio, le proprie preoccupazioni, le pianificazioni e le routine di pensiero per concentrarsi su ciò che sentiamo nel presente. Più facile a dirsi che a farsi.
Perché dovrei?
Spesso gli impegni quotidiani, la fretta, la stanchezza, le scadenze, ci tolgono tempo ed energie da dedicare a noi stessi e ad aspetti che diamo per scontati e che invece ci farebbe bene coltivare.
Può rivelarsi insolitamente interessante dedicare un po’ di concentrazione a ciò che sentiamo seguendo i principi base della mindfulness:
1) con intenzione,
2) nel momento presente, quindi con consapevolezza,
3) in modo non giudicante, ma riflessivo.
Può essere usata in terapia?
Molti studi hanno mostrato come le pratiche di mindfulness posso rivelarsi molto efficaci per agevolare la regolazione emotiva, aumentare le abillità attentive, ridurre lo stress e vari disturbi psicosomatici.
Se il paziente è motivato, le pratiche mindfulness possono coadiuvare e affiancare il percorso terapeutico per promuovere la consapevolezza, la propositività e l'accettazione di sè.
Per cominciare
Propongo di seguito un paio di esercizi (uno da fare da soli e uno, volendo, in compagnia di piccoli e o grandi) che, se fatti con intenzione e sospensione critica, possono farvi assaggiare cosa significa allenarsi sulla consapevolezza del presente.
Esercizio individuale: scegli una musica rilassante, trova un luogo comodo su cui poterti stendere, metti un abbigliamento pratico, spegni il cellulare (e i vari device che potresti avere a casa). Stenditi e ascolta, prova a bloccare i pensieri in ingresso e concentrati sui suoni provenienti dall’ambiente e dal tuo corpo, fai dei respiri lunghi e rilassa la muscolatura. Poi rifletti sulle sensazioni che questo esercizio ti ha dato: ti sei annoiato, rilassato, infastidito, non sei riuscito, il tuo corpo ha faticato a fermarsi e la tua mente a concentrarsi sui sensi, che suoni hai udito, quale parte del corpo si sentiva più a suo agio e quale non riusciva a stare ferma, etc.
Esercizio condiviso: uscendo per una passeggiata, raccogliete un elemento della natura (un filo d‘erba, un fiore, una pigna, una ghianda, un legnetto, un sasso, un guscio di lumaca…). Provate a descriverlo insieme in dettaglio specificandone:
- Colori: usate almeno 4 parole (colori, chiari, scuri, giallo come il deserto, etc…)
- Dimensione: usa almeno 2 parole
- Odore: usa almeno 2 parole
- Sensazione al tatto: usa almeno 4 parole
Date un nome a ciò che avete scelto, poi scegliete dove riporre o abbandonare l’oggetto della natura che per un po’ ha fatto parte del vostro mondo. Il libro (per bambini, in teoria, ma evidentemente non solo!) che mi ha ispirato questo esercizio (e che mi regala sempre un sorriso) è "Un sasso nella strada" di I.Antonini, B.Balduzzi e M. Scalcione.

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